Come capire se vostro figlio e’ vittima dei bulli ?
Meta’ dei ragazzi
tra gli 11 e i 17 anni subisce soprusi e violenze, piccole e grandi. Un
consiglio per tutti: controlliamo i cellulari.
Come mi accorgo se
mio figlio o mia figlia e’ una vittima ?
1) Verifichiamo se si
isola. Improvvisamente le vittime non vogliono piu’ andare a scuola o fare
sport, non escono volentieri, non vanno ad una festa: si escludono dalla vita
sociale. L’obbiettivo e’ allontanarsi dai bulli e dagli spettatori, ovvero da
quei coetanei che non li difendono. Ne esistono di due tipo: ci sono gli
spettatori attivi, quelli che supportano il bullo pur non facendo azioni
dirette, e gli spettatori passivi, quelli che hanno paura di diventare vittime
o di spiegare cio’ che succede ad un adulto perche’ temono di diventare spie.
Ricordate, sui 10 vittime, solo 2/3 lo raccontano in famiglia, spesso si
vergognano sia per quanto e’ accaduto, sia per non essere riuscite a ribellarsi.
Argomenta Luca Bernardo,fondatore nel 2008 del centro nazionale per la
prevenzione ed il contrasto al bullismo e al cyberbullismo.
2) Facciamo attenzione
ai malesseri improvvisi. Capita che per alcuni ragazzi andare a scuola sia come
entrare in una zona di guerra:subentrano mal di testa, mancanza di appetito,
difficolta’ a riposare, ed altri dolori che non trovano riscontro in esami
clinici.In questo caso meglio confrontarsi con gli insegnati per verificare se
hanno notato qualcosa di strano. Spiega Alberto Pellai, psicoterapeuta
dell’eta’ evolutiva. Attenti pero’a leggere bene quest segnali: quando un
adolescente non vuole andare a scuola, in un caso su 5 si tratta di bullismo,
talvolta pero’ sono altri i motivi, ad esempio la paura di un insegnante o le
continue verifiche che il ragazzo non riesce a sostenere. Aggiunge il
pedagogista Daniele Novara.
3) Controlliamo se si
allontana dalla vita reale. Sempre Novara afferma che un segnale arriva anche
dal tempo passato davanti i videogiochi: alcune vittime trascorrono anche da
6/7 ore al giorno immersi nel mondo parallelo creato dalla console: e’ un modo
per sfuggire ai loro problemi reali.
4) Osserviamo se resta
chiuso nel mondo dell’infanzia. Spiega la psicologa Sofia Bignamini. Le vittime
sono ragazzi che hanno paura di deludere gli adulti, che faticano a
socializzare e che rispettano in maniera eccessiva le richieste dei grandi.
Generalmente sono anche molto intelligenti, ed hanno atteggiamenti di chiusura:
non vanno volentieri in gita scolastica e non giocano con gli altri
nell’intervallo.
5) Stiamo attenti a
comportamenti nuovi che spuntano all’improvviso. Cerchiamo di interpretare i
segni che i figli ci lanciano, tenendo presente che spesso gli adolescenti non
parlano volentieri, sopratutto con la mamma che gestisce le situazioni con
maggiore apprensione. L’adolescenza e’ il momento del papa’ che troppo spesso
e’ lasciato in panchina, relegato ad un ruolo marginale. Conclude il
pedagogista Novara.
Articolo dell’inserto Corriere Della
Sera
12 Aprile 2018
di Manuela Croci

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