giovedì 21 settembre 2017

Come utilizzare il linguaggio del corpo per comunicare che non siamo un bersaglio facile !


E’ stato stimato che il tempo impiegato da un criminale per scegliere un potenziale bersaglio e’ meno di 7 secondi.
Cosa fare per non rientrare nei possibili obiettivi di un aggressore ?
In generale occore proiettare all’esterno un atteggiamento sicuro e risoluto, cosi facendo  il predatore avra’ la percezione di essere di fronte ad un bersaglio non tanto facile e semplicemente cerchera’ altrove.
Gli studi hanno dimostrato che un predatore valuta la vulnerabilità di un potenziale bersaglio basandosi molto sul linguaggio del corpo.
L’intento principale del predatore infatti e’ quello di catturare o ferire la sua preda, quindi è sempre alla ricerca di una persona che sarà facile da attaccare.
Cio’ che lo colpisce sin dal principio e’ il modo di camminare. Piu’ nello specifico quello che cattura la sua attenzione e’ la modalita’ in cui si cammina, la lunghezza del passo, la postura, ecc... Un passo corto e fiacco ad esempio sarà interpretato come segno di debolezza. Al contrario dei passi forti e dinamici trasmettono assertività e fiducia, e saranno rilevati come segno di forza.
La camminata naturale, con le braccia che sono leggermente piegate all’altezza dei gomiti ed oscillano avanti ed indietro generalmente scoraggia l’aggressore. Questo movimento oscillatorio delle braccia che contrastano armonicamente il movimento delle gambe, e’ il primo segnale di stop per il predatore.
Entrando nel dettaglio qui di seguito 5 semplici consigli su come camminare:
1-MANTIENI UNA GIUSTA FALCATA
1a-Lunghezza del passo
Un segno di debolezza, come dicevamo prima, può essere rivelato quando si cammina con passi anormalmente lunghi e le sue braccia oscillano esageratamente. Questo, fotografato dall’esterno, può far sembrare una donna non coordinata ed attirare l'attenzione indesiderata di un predatore.
Lunghezza del passo
1b-MOVIMENTO DEI PIEDI
Le persone che inciampano e strascicano i piedi facendo passi corti e mostrando un movimento limitato del braccio, possono apparire incerti o esitanti.
Movimento del piede
1c-POSTURA
La tua postura dice molto su di te al mondo esterno e fornisce una chiave di lettura di facile interpretazione. Prima di tutto occorre mantenere la testa alta, la spina dorsale e le spalle indietro, lo sguardo attento, che prende consapevolezza dell’ambiente esterno. Una postura abbassata o ingobbita, trasmette un messaggio di paura e di timidezza di fondo, che si traduce in meno probabilità di combattere. Allo stesso modo, camminare con lo sguardo abbassato suggerisce una mancanza di consapevolezza, e rende un bersaglio invitante.
2-RAPIDA OCCHIATA
E’ consigliabile dare alle persone una rapida occhiata mentre si sta camminando in modo da averli avvertiti che siete consapevoli che sono lì. Mentre camminiamo si sta parlando con il proprio corpo ed una rapida occhiata aggiunge il significato del: "ti vedo”! “Se non hai buone intenzioni, lo so, e non sono un bersaglio facile”.
Quando un predatore sa di essere stato visto, può rivolgersi altrove perché l'elemento  sorpresa è perduto.
3-TENERE LA TESTA IN ASSE CON IL CORPO
Se si ha la sensazione di essere segiuti o controllati, e’ buona cosa lanciare  un'occhiata casuale nella direzione della persona che ci sta guardando. Dopo aver lanciato un occhiata, solitamente le persone hanno la tendenza a guardare verso il basso o rivolgere la propria attenzione altrove. Questo tipo di sguardo con la testa bene in asse e la postura sicura, sortisce un effetto intimidatorio. Dopo che si e’ lanciata questa occhiata la testa torna in asse con il copo e resta dritta. Se la persona non distoglie lo sguardo e continua a fissarci, prendiamo coscienza di avere un problema
4-FIDATI DELL’ISTINTO
Mentre cammini e ti guardi intorno, il tuo cervello raccoglie dettagli e informazioni, che poi elaborera’ e trasferira’ alla tua mente anche in forma non coscente, trasmettendo sensazioni. L’intuito e’ un dono che ci e’ stato dato per sfuggire ai pericoli: utilizziamolo !  Se abbiamo la sensazione che qualcosa non va, meglio allontanarsi, cambiare strada.
5-PRENDERE CONSAPEVOLEZZA DELLA SITUAZIONE
Prendere velocemente consapevolezza della situazionale, puo’ essere tradotto come “stare sempre un passo avanti”.
Ovvero notare le cose subito, mentre stanno accadendo, cosi da anticipare quello che potrebbe accadere.
Ad esempio, se notiamo un uomo ubriaco o sotto sostanze stupefacenti che cammina nella nostra direzione, rientra nella buona prassi attraversare la strada come precauzione.
Magari potrebbe non succedere nulla, pero’ meglio evitare spiacevoli situazioni. Meglio avre un eccesso di zelo in questo caso. Agendo in questo modo si prendono delle misure per evitare di incappare in situazioni spiacevoli. Parliamo dunque di consapevolezza e prevenzione.
L’insieme di questi piccoli accorgimenti, inviano un messaggio forte e chiaro ad eventuali predatori: NON SIAMO UN BERSAGLIO FACILE !


giovedì 14 settembre 2017

Stop con la Fit-Boxe e’ ora di iniziare a praticare la DIRTY BOXING o BOXE SPORCA.
La boxe Filippina o Dirty Boxing anche conosciuta come Panantukan e’ una devastante forma di combattimento corpo a corpo. Utilissima per mantenersi in forma ed imparare a combattere.


Quali sono le caratteristiche della Dirty Boxing ?
La Dirty Boxing fa parte del sistema di Arti Marziali Filippine (Kali) e trasforma quasi tutte le parti anatomiche del corpo umano in un’arma.
Non e’ uno sport, ma un sistema di combattimento incentrato sulla difesa da strada.
Le tecniche non sono state adattate per la sicurezza e le competizioni sportive e questo fa si che appunto venga chiamata “Boxe Sporca”
Predilige combinazioni come l’utilizzo dei gomiti, ginocchia e pugni.
La Boxe Filippina assume un alto grado di efficacia nei combattimenti da strada proprio perche’ utilizza molti strumenti illegali nelle competizioni sportive o impossibili da eseguire con i guantoni.
Tecniche
Alcuni attacchi includono angoli particolari o combinazioni derivate dai bastoni/coltelli. Si utilizzano attacchi con il palmo della mano, gli schiaffi, di avambraccio, i back fist, ganci e spazzate, percussioni con le spalle, colpi alla testa, sfondamenti con i gomiti, calci bassi in combinazione con pugni di boxe tradizionale e distruzione degli arti.
Anche i calci sono utilizzati in maniere “non convenzionale” infatti prevedono colpi pesanti sulla linea bassa, colpi al ginocchio e all’inguine.
Insomma, il panorama e’ davvero ampio e tutte queste particolarita’ possono essere utilizzate sia in maniera offensiva che difensiva.
Velocita’, flow e ritmo
Il Panantukan si basa sulla velocità nel colpire, con l'intento di travolgere l'avversario con una frenesia di attacchi. Combinazioni indefinite di colpi vengono portate costantemente per rendere la difesa inefficace.
Sono presenti anche distrazioni di vario genere, che portano fuori giri l’avversario.
A volte, i calci a basso livello vengono eseguiti tra le combinazioni di boxe per disorientare l'avversario.
Angoli
Gli angoli sono utilizzati per sfuggire e colpire. Per creare delle traiettorie di attacco difficili da difendere.
Il footwork è di fondamentale importanza per queste tecniche, per cui molto tempo è investito nella pratica dei movimenti a triangolo delle gambe.
Gunting
Esistono anche alcune tecniche chiamate gunting che vanno a colpire alcuni specifici punti nervosi, ossa e tessuto muscolare per causare dolore immediato ed improvviso all’avversario, aprendosi la strada per sucessive tecniche.
Il gunting si concentra sulla distruzione della capacità dell'avversario di usare la propria arma (ad esempio il muscolo del bicipite).
Conclusioni. Perche’ provare la DIRTY BOXING ?
Non è solo l'uso di questi strumenti non ortodossi a rendere unica la DIRTY BOXING.
È il modo in cui queste tecniche sono integrate in una struttura classica di boxe che le rende così funzionali.

La DIRTY BOXING contribuisce ad aumentare la propria capacità di difesa, attacco ed evasione, aumentando le proprie possibilità in una situazione in cui ce ne sia veramente bisogno.

mercoledì 6 settembre 2017

Gridare “al fuoco” invece di “aiuto” !
Luogo comune, considerazioni, opinioni.


Per quanto ne sappiamo non esistono studi concreti in merito all’affermazione di cui sopra, resta il fatto che da tre decadi a questa parte le forze dell’ordine e gli esperti del settore hanno sempre sottolienato il fatto che gridare “al fuoco !” in caso di aggressione (specialmente un tentativo di stupro) possa in qualche modo essere piu’ efficace che gridare “aiuto !”
La polizia in america da anni, tra le varie comunicazioni e dispacci, si preoccupa di sottolineare spesso questo aspetto. Esiste addirittura un programma nominato “Just Yell Fire” a difesa della violenza contro le giovani donne.
In estrema sintesi i sostenitori di questa tesi dicono che un numero maggiore di pesone sia incline a prestare attenzione alla richiesta di soccorso al grido “al fuoco !”.
Perche’ ? Perche’ un estraneo dovrebbe essere colpito da un grido del genere ?
In prima istanza perche’ una richiesta di aiuto di questo genere coinvolge la collettivita’ e non piu’ il singolo individuo.
Gridare “al fuoco !” segnala un pericolo incombente sia per la persona che e’ sotto attacco e sta subendo la violenza, sia per chi sta intorno.
Preso per buono questo dato di fatto, gridare “al fuoco !” dovrebbe per lo meno destare l’attenzione delle persone che transitano nei paraggi. Piu’ che gridare “aiuto !” che risulta una richiesta individuale di soccorso.
Questo e’ il pensiero comune di polizia e della maggior parte degli addetti ai servizi.
Qualcuno potrebbe obbiettare controbattendo che gridare “al fuoco !” non fa altro che generare altro panico. La gente potrebbe scappare nella direzione opposta, il piu’ lontano possibile. Plausibile, ma abbastanza inverosimile. Se il luogo e’ chiuso ad esempio e non esistono vie di fuga l’instinto di conservazione porta ad intervenire cercando di spegnere il fuoco.
E comunque prima di tutto e’ necessario capire dove sta’ il fuoco, onde evitare di correrci incontro.
Magari chi ha lanciato l’avvertimento puo’ indicarci dove sta la minaccia ?
Toh guarda, una donna in pericolo vittima di aggressione !
Questi sono pressapoco i meccanismi logici che scattano nel nostro cervello.
Che poi esistano ancora i buoni samaritani di una volta disposti ad intervenire, questo e’ tutto un altro discorso (al giorno d’oggi sono tutti tatuati come mahori, con bicipiti scolpiti, addominali a tartaruga, con i cellulari sempre pronti a filmare, e bravissimi a chiacchiere da bar).
Ma la raccomandazione di gridare “al fuoco” va anche contestualizzata perche’ giunge a noi come refuso dei vecchi tempi, nei quali aveva certamente piu’ efficacia ed impatto.
Basti pensare ad esempio che agli inizi del secolo la maggior parte delle case era costruita in legno. Quindi quando si gridava “al fuoco”, come prima cosa il pensiero viaggiava veloce alla propria abitazione ed alla salvaguardia del villaggio intero.
Ad ogni modo l’esigenza di gridare “al fuoco” e’ nata anche dal fatto che analizzando i casi di aggressione (specialmente ai danni delle donne) gli esperti e le forze dell’ordine hanno riscontrato che la richiesta di soccorso con il grido di “aiuto”, risultava spesso ignorata ed inefficace.
Questo viene definito anche come “Effetto Spettatore” (non-helping-bystander-effect in inglese).
“L’effetto spettatore è un fenomeno psicologico sociale che si riferisce ai casi in cui gli individui non offrono nessun mezzo d'aiuto a una vittima quando sono presenti altre persone.” Wikipedia
Per chi volesse approfondire il tema in rete esistono molti riferimenti (fonti Darley/Latané 1968 or Schwind/Zwenger/Gietl 1991-2004).
Comunque in passato vennero fatti diversi studi, uno di questi ebbe luogo nella metropolitana di Londra.
La conclusione di questo studio, eseguito su di un nutrito numero di persone, fu che bisognava gridare qualcosa d’altro al posto di “aiuto !” per attirare maggiormente l’attenzione della gente.
Cosa gridare dunque ? “Goooal ??” No Ovviamente. Qualcosa di semplice ed immediato.
“Al fuoco !” e’ sembrata a detta di molti esperti la cosa piu’ sensata.

Ed in effetti, si e’ riscontrato una maggiore reazione istintiva di fronte a questo grido, relazionato come citato poche righe sopra, al contesto in cui venne sviluppato.
Le persone risultavano piu’ colpite, guardinghe, ed anche spaventate dal grido “al fuoco !” che catturava rapidamente la loro attenzione.
Queste opinioni e questi concetti sono rimasti nella nostra testa fino ad oggi, e tutt’ora vengono raccomandati, benche’ il contesto ed il tessuto sociale sia cambiato.
Ovviamente vanno fatte alcune precisazioni. Bisogna sempre seguire la logica e non le opinioni.
Al giorno d’oggi le abitazioni non sono piu’ di legno (se non nei luoghi di villeggiatura in montagna), quindi la percezione di pericolo ad esempio in strada legata al discorso degli incendi e’ minore rispetto ad un tempo.
Resta valido invece in altri contesti come l’ambiente lavorativo (uffici), la metropolitana, il treno, il cinema, il teatro, ecc...luoghi in cui la cultura, l’attenzione, e la prevenzione degli incendi e’ prassi comune.
Un ultima precisazione: se vi trovate nel mezzo di una foresta, su una duna nel deserto, in una localita’ amena in cui la possibilita’ che ci sia qualcuno intorno e’ veramente remota, non sprecate tempo con le richieste di aiuto. Di qualsiasi genere. Meglio non buttare via energie, ma impiegarle nella maniera piu’ efficiente possibile, come correre allontanandosi dal pericolo, nascondersi, o combattere.
Ps: non ci sara’ mai nessuno che dira’ che gridare “aiuto polizia” sia sbagliato.

giovedì 31 agosto 2017

Come sentirsi sicuri quando si viaggia in treno.
Semplici accorgimenti per migliorare la tua sicurezza sul mezzo pubblico a rotaie.


Informati sugli orari esatti del treno.
Sembra un indicazione scontata ma conoscere l’orario ed il binario esatto in cui passa il treno vi evitera’ di soggiornare sulla banchina, magari isolati ed al buio, in condizioni di precaria sicurezza. Una lunga permanenza sui binari del treno, nelle stazioni, o nelle zone limitrofe, potrebbe esporvi a possibili attacchi rendendovi cosi un bersaglio vulnerabile.
Aspetta il treno in un luogo illuminato e con altre persone.
I ladri di solito agiscono nel buio. Fai in modo di sostare in zone illuminate e con altre persone intorno a te.  Pianifica accuratamente il tuo tragitto dalla sala d’attesa al binario, o da altri punti di partenza al binario, in modo tale da essere sempre circondati dalle luci. Prendi nota di dove si trovino gli uffici della Polfer.
 Segui il tuo instinto quando scegli il posto in cui sederti.
C’e’ un minimo di semplici strategie da adottare per aumentare il proprio grado di sicurezza, specialmente se si viaggia di notte o in particolari orari in cui la tratta percorsa risulta isolata.
Numero uno: non scegliere mail le ultime carrozze che potrebbero essere meta di persone poco raccomandabili. Solitamente gli abusivi, chi non vuole farsi vedere o ha qualcosa da nascondere, sosta in ultima carrozza.
Scegliere piuttosto la prima carrozza vicina al capotreno. Egli infatti, con il suo cellulare di servizio, e’ in grado in caso di emergenza, di chiamare immediatamente la polizia.
Numero due: fate inoltre molta attenzione a non fermarvi in piedi nei pressi delle uscite se la fermata non e’ quella interessata. Posizionatevi in modo da avere una visione ampia e soddisfacente della carrozza. Mai vicino al finestrino, meglio sul lato corridoio in modo da avere una possibile via di fuga. Se lungo il tragitto la carrozza si svuota, cambiare posto e dirigersi verso la prima carrozza.
Numero tre: e’ molto importante seguire anche il proprio istinto.Se siete seduti vicino ad una persona che non vi fa sentire a proprio agio, alzatevi e sentitevi liberi di cambiare posto in qualsiasi momento. Scegliete una carrozza con piu’ persone.
Se qualcuno vi molesta, tocca o infastidice, gridate forte e fatevi sentire
Una buona parte di criminali/molestatori sono codardi che non amano stare sotto i riflettori. A volte basta fare molto rumore per scoraggiare le loro cattive intenzioni.
Gridate quello che vi passa per la testa, qualsiasi cosa, purche’ non rimaniate in silenzio. Una ulteriore suggerimento puo’ essere quella di gridare “al fuoco”.
Questo e’ un avvertimento di pericolo che coinvolge la collettivita’, quindi anche sul  treno qualcuno sicuramenete sara’ attirato dalle vostre grida e dalla situazione da voi segnalata.
Prestate attenzione perche’ in alcune carrozze ci sono dei comunicatori di emergenza che vi mettono in contatto con i macchinisti. In caso di emergeza utilizzateli.
Tenete nascosto il vostro cellulare ed eventuali averi preziosi
Molto spesso quando si sosta in stazione si leggono messaggi sul display del cellulare, si chatta o naviga su internet, distogliendo l’attenzione da quello che sta accadendo intorno. Questo vi rende vulnerabili e vi identifica come potenziali vittime. Inoltre mettere in mostra i vostri averi (magari l’ultimo modello di i-phone), potrebbe esporvi inutilmente all’attenzione di potenziali borseggiatori.
Evitate quindi di rendervi vulnerabili nelle aree pubbliche.
Non camminate da soli al buio scesi dal treno
Specialmente d’inverno e di notte, potrebbe sembrare una buona idea fare due passi a piedi scesi dal treno. Cercate invece di evitare questa prassi. Parcheggiate, per quanto possibile, la macchina vicino alla stazione o se potete, fatevi venire a prendere.
Magari in qualche parcheggio a pagamento munito di sorveglianza o telecamere.

Considerate che i luoghi limitrofi alle stazioni solitamente non sono molto ben frequentate.

giovedì 13 luglio 2017


SAN CHIEN - LA FORMA MADRE DELLE 3

BATTAGLIE !




La forma chiamata san chien (o sam chien, vi sono diverse forme di traslitterazione della forma cinese) è il nucleo di tutti gli stili marziali del Fujan.
In essa sono condensati i principi dello stile e il suo "lavoro interno" in pochi movimenti che vengono studiati e continuamente perfezionati attivando man mano sempre più elementi, sia interni, che esterni.
Oggi iniziamo la pubblicazione di un articolo dedicato alla forma san chien, e per come viene lavorata nel Wuzuquan, lo stile dei 5 antenati.
Data la sua lunghezza, sarà suddiviso in 4 parti.

Sam Chien: La “forma madre” delle 3 Battaglie
Articolo originale by Tambuli Media
Jul 19, 2016
Alex Co, Chinese Martial Arts, Daniel Kun, Dr. Mark Wiley, Ngo Cho Kun
By Dr. Mark Wiley
Traduzione Maurizio Gallina

Per i praticanti di arti marziali, uno dei mezzi più importanti per avere una miglior qualità della vita è mantenere una prospettiva ampia sulla salute e sul fitness, che si basa sulla connessione tra mente, corpo e spirito con le azioni fisiche delle arti marziali. Uno sguardo a molte scuole e alle palestre locali racconta invece una storia diversa.
Persone che cercano di mantenersi in forma senza nemmeno impegnarsi in quello che stanno facendo! Il tapis roulant e la cyclette ne sono esempi perfetti. Qui vediamo la gente intenta in un'attività che separa la parte inferiore del corpo dalla sua parte superiore (le gambe sono impegnate, mentre la vita e le braccia no). La mente non si concentra su quello che accade e nemmeno sull'esercizio (la persona sta magari guardando la TV, o ascolta musica). In molti corsi di arti marziali le lezioni sono ridotte a 45 minuti, si studiano le posizioni e i movimenti delle mani, ma poco o nulla viene spiegato sul loro collegamento con la respirazione e l'intenzione. C'è da meravigliarsi se le persone non raggiungono il livello di abilità nelle arti marziali che desiderano, se, durante l’allenamento non solo la loro mente è separata dal corpo, ma addirittura la parte superiore e quella inferiore di esso non funzionano all'unisono?
Come rimedio, il kung fu del Sud della Cina ha sviluppato un metodo di allenamento che coinvolge mente e corpo volto a migliorare il benessere e lo stile di vita poiché prevede l'integrazione sinergica di mente, corpo e spirito in un metodo olistico. I movimenti di questa forma sono vitali come i suoi principi fondamentali, coinvolgendo il collegamento mente, corpo e spirito: la sua pratica ha il potere di trasformare il vostro programma di allenamento... e la vostra vita.
Questa forma così impressionante per la salute e lo sviluppo della forza è, per ciò stesso, utile nelle applicazioni marziali. Essa integra la mente (intenzione), il corpo (forza, tensione, rilassamento), lo spirito e il respiro (energia, qi). Anche se deriva da un'arte marziale cinese interna, si tratta di un sistema a sé stante estremamente valido per la salute dell’individuo. Questa forma si chiama "sam chien" o le "forma delle tre battaglie": ci sono molte forme di sam chien, nello stile dei Cinque Antenati, in quello della Gru Bianca, nello stile della Tigre, e in moltissimi stili del kung fu del Sud della Cina, senza dimenticare che il nome San Chin si applica a forme che trovato in molti degli stili di karate di Okinawa (la cui derivazione dal kung fu è nota).
Le informazioni presenti in questo articolo sono basate sulla tradizione del Ngo Cho Kun o Stile dei Cinque Antenati, detto anche Wu Chu Chuan e Wuzuquan.
Alla base delle tecniche marziali e dei concetti di questa forma vi sono una serie di principi che non solo sono all’origine delle tecniche e delle loro applicazioni, ma mirano anche a rafforzare la mente, il corpo e lo spirito. Qui saranno descritti alcuni di essi e il modo in cui portano beneficio alla salute e benessere.
I 4 principi essenziali nel muoversi
La sam chien è conosciuta anche come "Forma Madre" perché contiene i principi che spiegano come ogni movimento dello stile deve essere fatto.
Il praticante è sempre consapevole della sua "linea centrale" e ha come obiettivo di spostare il bacino da un lato all'altro lungo il suo asse, così come di muovere le mani e le braccia secondo i seguenti quattro concetti: PU (galleggiare), Tim (affondare), tun (inghiottire), e toh (sputare).

1 - continua...

sabato 7 gennaio 2017

TORNARE IN FORMA CON IL KRAV MAGA SI PUO’ !
Attivita’ fisica intensa associata un ottimo metodo di difesa personale


Le festivita’ natalizie sono giunte al termine e molte persone ora vogliono tornare in forma e perdere perso.
Alcune si iscriveranno nelle palestre di fitness o nei club specializzati della propria citta’ (ormai c’e’ un ampia scelta) con le migliori intenzioni, ma e’ molto probabile che lungo il percorso vengano sopraffatti dalla noia e dalle monotonia dei soliti circuiti cardio, delle lezioni di gruppo piu’ in voga in quel momento, o dalla routine di sollevamento pesi.
Ed allora la spinta propulsiva nella mente di queste persone si affievolira’.
Un immagine che rende molto bene questo scenario e’ quella di “un criceto che gira sulla ruota”.
L’obbiettivo sara’ sempre quello di tornare in forma in poco tempo, ma il prezzo da pagare sara’ alto e dovra’ fare i conti con il sopraggiungere della noia.
Moli club e palestre, nei primi mesi dell’anno faranno leva sul senso di colpa post vacanziero e lanceranno sconti e promozioni per acquisire nuovi clienti.
In fondo si sa, il business e’ business !
Ma il rischio che diversi clienti si perdano per strada durante il prosieguo della stagione e’ molto alta. E cosi si avra’ un doppio fallimento: obbiettivo non raggiunto e soldi persi.

Il Krav Maga invece potrebbe essere una risposta alternativa a queste esigenze.
E’ una disciplina che prevede un intenso lavoro fisico che coinvolge tutto il corpo e sicuramente e’ in grado di far acquisire una buona forma fisica a chiunque.
Se aggiunto a sessioni di allenamento regolari consente sicuramente di raggiungere uno straordinario stato di forma e rappresenta una variante alle classiche attivita’ da palestra.
Ma il Krav Maga e’ prima di tutto un corso di difesa personale che prevede circuiti di allenamento serrati che gradualmente aumentano intensita’ nel corso della pratica.
Tutto questo contribuisce ad aumentare la definizione muscolare, a bruciare grassi, ad essere piu’ sicuri di se stessi, a ridurre lo stress, e non ultimo ad apprendere delle tecniche che potrebbero salvare la vita.
Dunque le persone che si pongono come obiettivo quello di tornare in forma, dovrebbero sicuramente prendere in considerazione un buon corso di Krav Maga.
Il principiante verra’ infatti introdotto in una dimensione nuova e stimolante di allenamento che grazie ad esercizi propedeutici e mirati, gli permettera’ di migliorare tra le altre cose anche il coordinamento, e la capacita’ di gestire efficientemente il proprio corpo come strumento di difesa.
Il tutto senza dimenticare il divertimento e lo stare bene insieme agli altri.
Tornado per un attimo agli aspetti dell’allenamento possiamo dire ad esempio che il riscaldamento e’ intenso e concentrato nel breve periodo, questo fa in modo di alzare il tasso metabolico del 20%-30% di piu’ della media dei corsi di attivita’ aerobica.
Non dimentichiamoci poi che il Krav Maga e’ il miglior metodo di difesa attualmente  testato in battaglia, originariamente sviluppato dall’esercito israeliano.
Oggi e’ utilizzato dai migliori reparti speciali, dall’esercito e dalle forze di polizia in tutto il mondo.
Ovviamente quando un civile sente queste informazioni si chiede: ma il Krav Maga che cosa ha a che fare con me ? Perche’ dovrei avvicinarmi a questa disciplina ?
In realta’ il Krav Maga e’ proprio studiato per essere alla portata di tutti.
Dovete conoscere questa storia su Israele per trovare la risposta alla domanda di cui sopra.
Israele e’ una nazione circondata da nemici. Krav Maga e’ stato sviluppato per essere appreso da chiunque fosse in grado di combattere (uomini e donne di eta’ compresa tra i 18-55 anni) e dare a loro gli skills necessari per essere in grado in 6 settimane di addestramento base di sopravvivere.
Il metodo deve essere funzionale, di rapido apprendimento e facile da ricordare
(per questo si basa su movimenti e tecniche istintive ed adattabili alle varie situazioni).
Le tecniche devono essere comprensibili per chiunque, non solo per le persone forti o dotate fisicamente e questo metodo sul territorio israeliano ha funzionato. Questo e’ un dato di fatto !
Quando viene insegnato ai civili ovviamente viene “ammorbidito” in alcuni aspetti e pensato per essere contestualizzato nel paese in cui si pratica (rispettando le leggi e le convenzioni in vigore).
Il Krav Maga si differenzia dalle arti marziali tradizioni perche’ e’ basato sul fatto che la regola principale e’ tenere al sicuro le persone.
L’approccio che si riscontra nell’apprendimento di questo sistema e’ rendere le persone capaci di difendere se stessi in situazione di pericolo nella vita reale.
L’istruttore specializzato rende l’allenamento realistico spingendo gli allievi ad allenarsi duramente e sotto stress, introducendo dei drills propedeutici ma enfatizzando sempre il fine principale della sicurezza.
Come accennato in precedenza si basa su movimenti istintivi che impiegano meno tempo ad essere appresi, sono piu’ facili da mettere in pratica, e piu’ semplici da realizzare.
Si tratta su di un sistema basato sulla filosofia, non di un sistema basato sulle tecniche.
E la filosofia dominate e’ sempre quella della sicurezza.
Inoltre nel Krav Maga non esistono regole, in quanto non e’ una disciplina o uno sport da combattimento.
La filosofia sulla quale si basano le tecniche e’ molto semplice:
    1)    Identificare il pericolo e venirne fuori il prima possibile 
    2)    Contrattaccare con attacchi simultanei
    3)    Utilizzo della strategia militare per scioccare/disorientare e mettersi in sicurezza
Quello che le persone apprendono studiando il Krav Maga e’ passare istantaneamente dalla stato di pontenziale vittima a quello di predatore.
Il tutto per portare a casa la pelle.
Dobbiamo costruire dentro di noi la determinazione di fare qualsiasi cosa sia necessaria per sopravvivere ad un attacco e tornare sani e salvi dalle nostre famiglie e dai nostri cari. Perche’ la nostra vita e’ il bene piu’ prezioso.