mercoledì 14 dicembre 2016

Perche’ utilizzare il paradenti ?

Chiunque pratichi uno sport, e in particolar modo uno sport da combattimento, dovrebbe portare un paradenti indipendentemente dalla sua età. Questo vale per gli sport da combattimento, ma anche per gli sport da contatto e persino gli sport senza contatto
Sono molti gli sport che possono mettere a rischio i denti ed il sorriso: pugilato, rugby, hockey, calcio, pallacanestro, pallamano:
-      denti rotti
-      denti caduti
-      gengive danneggiate
Un paradenti ha la funzione di ridurre drasticamente i rischi di tali lesioni distribuendo gli shock su una superficie più ampia, in modo da ridurre la pressione per centimetro quadrato.

Dunque il consiglio per tutti i praticanti di arti marziali o sport da
combattimento e’ quello di ricordarsi di utilizzare sempre il paradenti
durante gli allenamenti che prevedono il contatto e gli incontri.
Sebbene, come indicato in precedenza, il paradenti abbia come funzione
principale quella di proteggere la bocca, ha anche il compito di
proteggere le ossa della faccia visto che il suo spessore fa si che la
mandibola sia piu' lontana dalla base del cranio, pertanto protegge anche
la colonna. Il paradenti dunque aiuta anche a proteggere collo e cervello,
visto che quando si riceve un colpo si genera un onda che viagga dalla
superficie di impatto fino alla parte posteriore della testa, provocando cosi
forti vibrazioni nel cervello che lo fanno battere contro le pareri posteriori
del cranio.
Utilizzando il paradenti quell'onda si smorza, fermandosi sulla mascella
senza arrivare fino al cervello, evitando cosi danni a lungo termine.

In questo modo proteggete voi stessi ed i vostri compagni.

Active Defence - Scuola Arti Marziali Novara

giovedì 3 novembre 2016

Perche’ praticare Krav Maga ?
Spunti di riflessione sul sistema di origine militare di Difesa Personale
















Il Krav Maga e' un sistema eccezionale che ha ottenuto l'apprezzamento internazionale come un
metodo di autodifesa e combattimento innovativo, efficace ed estremamente pratico.
Questo riconoscimento e' stato espresso principalmente da esperti di arti marziali ed istruttori di
combattimento corpo a corpo appartenenti alle migliori unita' tattiche del mondo che operano in
ambiti militari, civili, e di pubblica sicurezza. Secondo molti professionisti che hanno
sperimentato l'addestramento del Krav Maga le caratteristiche piu' importanti e rilevanti di
questo sistema sono le seguenti:

1) il sistema e' basato su tecniche semplici e di facile apprendimento basate su movimenti naturali del corpo e principi logici di difesa.

2) di conseguenza i praticanti possono raggiungere un buon livello di competenza in un periodo di studio e pratica relativamente breve.

3) le tecniche e le tattiche del Krav Maga funzionano anche in un ambienti difficili, incontrollati e violenti.

4) i praticanti mantengono la capacita' di eseguire le tecniche ad un alto livello anche con una minima pratica e revisione delle stesse.

Anche se e' stato originariamente creato per l'esercito Israeliano, il Krav Maga e' stato
completamente adattato ai bisogni della vita civile.
Il suo creatore ha dedicato tutta la sua vita allo sviluppo di un sistema che chiunque giovane o
anziano, uomo o donna, possa usare per difendere se stesso o i suoi cari durante un confronto
violento.
Questo sistema e' stato attentamente progettato in modo tale che la sua efficacia non
dipenda dalle capacita' fisiche di chi lo pratica. Le tecniche naturali, di facile esecuzione,
combinate con tattiche di difesa estremamente logiche formano un sistema di autodifesa
caratterizzato dalla semplicita': ed in effetti e' proprio questo il vero segreto dell'efficacia del
Krav Maga.


IMI SDE-OR & EYAL YANILOV
Netanya, Israele


Active Defence - Scuola Arti Marziali Novara

martedì 18 ottobre 2016

MILANO - KRAV MAGA IN PAUSA PRANZO ?
Un idea produttiva per massimizzare il tempo a disposizione ed imparare una disciplina che puo salvare la vita.



Per star dietro ai moderni ritmi frenetici, siamo sempre di corsa rimbalzando come palline da tennis da una parte allaltra: casa/ufficio-ufficio/casa e faccende varie.
Impegni di ogni genere si susseguono accavallandosi gli uni agli altri, lasciando sempre meno spazio a noi stessi. Le uniche distrazioni che purtroppo ci concediamo sono sbirciare gli aggiornamenti sui social o i messaggini nei tempi morti.
Terminate le canoniche attivita lavorative torniamo a casa per dedicarci alla famiglia e finiamo per spegnerci davanti la tv. Questo e un po il quadretto delle giornate tipo.
Nel frattempo le nostre cittacambiano, e la loro mutazione  e sotto gli occhi di tutti.
Il contesto sociale ed il tessuto urbano subiscono quotidianamente forti frizioni.
Le convivenze, il degrado, la povertaed i flussi migratori, se mal gestiti, rappresentano una polveriera.
Ma noi siamo troppo presi per sentire i numerosi segnali di allarme che ci circondano e continuiamo con il nostro viver quotidiano.
Anche i  militari che presidiano i luoghi a rischio, sembrano delle decorazioni, quasi una trovata pubblicitaria per ricordarci che e tutto a posto.
Limportante e pagare la rata del mutuo, mandare i figli a scuola, la revisione dellauto, la spesa, i genitori, laperitivo con gli amici, le partite di calcio, ecc...
Poi un giorno, lungo il tragitto casa/ufficio, magari una sera che abbiamo fatto tardi a lavoro, o quando andiamo a prendere i nostri figli che fanno attivita sportive, succede qualcosa che non dovrebbe mai accadere: un brutto incontro.
Complice la nostra negligenza e distrazione, sbattiamo il muso contro la dura realta.
Purtroppo in un unico istante ci rendiamo conto che le strade, i parchi, le stazioni e le fermate dei mezzi pubblici non sono piu’ luoghi sicuri come una volta, ed il pericolo si cela dietro ogni angolo.
Avremmo dovuto rivedere alcune nostre abitudini e stare piu attenti, ma ora e troppo tardi, siamo nei guai e non sappiamo come uscirne.
Nella migliore delle ipotesi finiamo per essere scippati, derubati, insultati, malmenati, percossi o simili.
In casi peggiori potrebbe capitarci di finire in ospedale con brutte conseguenze sia a livello fisico che psicologico.
Dunque cosa vogliamo fare per prevenire questi spiacevoli incidenti ?
Fingiamo di ignorare tutto questo ? Ci rassegnamo alla pigrizia ? Andiamo avanti cosi, sperando vada sempre tutto bene ? E se ad essere coinvolti fossero anche i nostri famigliari ?
Fate per favore queste riflessioni. Il che non vuol dire instillare la paura a tutti i costi, solamente ragionare su quello che ci sta intorno. Le cronache sono zeppe di eventi spiacevoli e nascondere la testa sotto il cuscino di certo non sara di aiuto.
Una suggerimento intelligente potrebbe essere quella di frequentare un buon corso di Difesa Personale. Che badate bene, non e la risoluzione a tutti i mali, ma e’ un opportunita che potremmo prendere in considerazione.
Difendersi e un diritto, sapersi difendere e una risorsa !
Ma quando, visto che non abbiamo mai tempo ? Semplice: utilizzando la pausa pranzo.
Nelle grandi metropoli come Milano esistono diverse scelte: il Krav Maga ad esempio euna di queste.
E un rinomato metodo di difesa israeliano che rappresenta una valido bagaglio tecnico per consentire di difenderci.
Active Defence eunassociazione sportiva dilettantistica attiva sul territorio Lombardo e Piemontese che, tra le altre attivita, si occupa anche di Krav Maga.
Il corso erogato durante la pausa pranzo e partito in via sperimentale con cadenza settimanale, ed  e rivolto in particolar modo ad impiegati e lavoratori che per esigenze dufficio devono viaggiare e muoversi per raggiungere il posto di lavoro.
Parliamo di pendolari, uomini e donne, giovani e meno giovani, che tutti i giorni salgono sui mezzi di trasporto ed hanno a che fare con mille incognite lungo il tragitto.
Anche le lavoratrici avranno degli approfondimenti ad hoc sulle situazioni a rischio che potrebbero coinvolgerle, ed in generale sui temi della violenza sulle donne e le moderne metodologie di anti-aggressione femminile.
Il corso abbraccia inoltre le esigenze di quei professionisti del settore che per ragioni lavorative hanno lesigenza di recarsi allestero in zone pericolose.
Per loro e previsto un particolare pacchetto formativo.
Insomma, tutto quello che dovete fare, e un primo passo.
In generale il taglio della lezione prevede una breve sessione di riscaldamento, degli esercizi rivolti a creare una struttura solida,  poi tanto lavoro sulla preparazione psicologica, ed infine tecniche.
Il tutto per avere un mix di equilibrio pisco-fisico e la prontezza necessaria per poter agire in caso di minaccia.
Last but not least ricordatevi che la difesa personale in pausa pranzo potrebbe rientrare anche  in un discorso di welfare.
Diverse aziende infatti risultano essere sensibili al tema della difesa personale e potrebbero decidere di stipulare accordi che permettano ai propri dipendenti di avere un minimo di flessibilita in termini di orario.
Date un valore al vostro tempo e venite a trovarci.
Via Sebenico 11, Milano tutti i giovedi dalle 13.00 alle 14.00.

A.S.D.   ACTIVE DEFENCE



mercoledì 21 settembre 2016





Spray al peperoncino: limiti e regole


SPRAY AL PEPERONCINO TRA DIFESA ED OFFESA
di avvocato Valentina Copparoni
spraypeperoncinoSi sente spesso parlare, in vicende di cronaca, di  spray al peperoncino usato, però, come arma da offesa più che da difesa. Ma quali sono le regole per l’uso di  tale sostanza?
Con il  decreto del Ministro dell’interno 12 maggio 2011 n. 103 contenente il “Regolamento concernente la definizione delle caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa che nebulizzano un principio attivo naturale a base di Oleoresin Capsicum e che non abbiano attitudine a recare offesa alla persona, in attuazione dell’articolo 3, comma 32, della legge n.94/2009”    (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 8 luglio 2011, n. 157 ed entrato in vigore il 9 gennaio 2012) è stata disciplinata in  maniera più precisa la materia delle bombolette spray o in generale di tutti quei prodotti a base di olio di peperoncino spesso detenuti o portati a  fini di  autodifesa (portachiavi, penne etc).
La questione da tempo infuocava un vasto dibattito sulla qualificazione di tali strumenti alla luce della legislazione italiana in materia di armi (in particolare la legge 110/1975 e 896/1967 e relative modifiche ed integrazioni).
Il Regolamento del Ministero dell’Interno stabilisce che tutti gli strumenti di autodifesa (di cui all’articolo 2, comma 3, della legge 18 aprile 1975, n. 110)  in grado di nebulizzare una miscela irritante a base di oleoresin capsicum (olio di peperoncino) e che non hanno attitudine a recare offesa alle persone, per essere liberamente acquistabili e portabili, devono avere come caratteristiche:
a) contenere una miscela non superiore a 20 ml;
b) contenere una percentuale di oleoresin capsicum disciolto non superiore al 10% ( quindi circa 2 grammi di olio) con una concentrazione massima di capsaicina e capsaicinoidi totali pari al 2,5/%. Si tratta di parametri al di sotto dei minimi degli standard internazionali che vanno dai 20 ai 38 ml di contenuto che è il valore maggiormente diffuso perché consente di non esaurire la bomboletta con una sola spruzzata, con una proiezione teorica da 4 a 6 metri e pratica da 3 a 5 metri.
 c) la miscela erogata dal prodotto non deve contenere sostanze infiammabili, corrosive, tossiche, cancerogene o aggressivi chimici;
d) essere sigillati all’atto della vendita e muniti di un sistema di sicurezza contro l’attivazione accidentale;
e) avere una gittata utile non superiore a tre metri.
Inoltre è obbligatorio che su tali prodotti, sia importati o comunque immessi sul territorio nazionale,  siano riportate, in lingua italiana visibile e leggibile, una serie di indicazioni qualia) denominazione legale o merceologica del prodotto e b) il divieto di vendita ai minori degli anni 16 e la confezione deve riportare:
a) nome o ragione sociale o marchio e la  sede legale del produttore, ovvero, se prodotti all’estero, dell’importatore;
b) i materiali impiegati ed i metodi di lavorazione, la quantità di miscela e tutte le sue componenti;
c) le istruzioni, le precauzioni d’uso e l’indicazione che l’uso dei prodotti è consentito solo per sottrarsi a una minaccia o a una aggressione che ponga in pericolo la propria incolumità;
d) in etichetta, almeno il simbolo di pericolo Xi e l’avvertenza «irritante».
Lo spray al peperoncino viene ottenuto da un olio super concentrato  di peperoncino combinato con acqua, glicoli ed altri propellenti chimici. E’ la “capsaicina” a rendere la miscela  particolarmente “piccante”.
Con la nuova regolamentazione, le bombolette spray o in generale tutti quegli strumenti di autodifesa contenente peperoncino possono essere venduti anche da esercizi commerciali diversi dalle armerie  e non essendo più considerati strumenti atti ad offendere o armi, qualora si badi bene siano conformi alle caratteristiche dettate dalla normativa, possono essere portati con sé senza alcuna giustificazione. Qualora, invece,  superino i parametri indicati,  continuano ad essere vietati e considerati non strumenti atti ad offendere ma  armi proprie non da sparo.In questo ultimo caso tali prodotti devono essere venduti in armeria soltanto a chi è munito di porto d’armi o nulla osta , devono essere denunciati e non possono essere portati per alcun motivo fuori della propria abitazione o delle sue appartenenze, pena le  sanzioni di cui all’art. 35 Testo Unico Leggi di Pubblica Sicurezza (per i fabbricanti e commercianti di armi) e artt. 697 (Detenzione abusiva di armi) e 699 (porto abusivo di armi) del codice penale.
Per quanto riguarda l’utilizzo, si tratta in ogni caso di strumenti che possono essere usatisolo per autodifesa. Ogni altro impiego, ad es. come strumento di offesa, è punito e può comportare responsabilità sia penali che civili; si può rischiare un’accusa per “getto pericoloso di cose” (art. 674 c.p.) ma in caso in cui si provocano lesioni, anche quella di lesioni personali.
Pertanto, dopo le modifiche apportate nel 2009 all’art. 2 della legge n. 110/75, non vi è più alcun illecito, e quindi non si applica alcuna sanzione, se le armi ivi elencate vengono giudicate prive di apprezzabili potenzialità offensive dalla competente Commissione interministeriale e  per gli  spray da autodifesa contenenti oleoresin capsicum, ciò è avvenuto appunto con il decreto del 12 maggio scorso.
In realtà molto si è discusso sulla contraddittorietà di riconoscere come leciti strumenti di autodifesa purchè siano privi di capacità lesiva dato che con tale caratteristica sarebbero evidentemente privi di alcuna utilità, per questo l’interpretazione che per ora è stata data di tale requisito è quello di una “minima capacità lesiva”.

Active Defence - Scuola Arti Marziali Novara

venerdì 2 settembre 2016

Regole comportamentali basate sull’istinto.
Insegna ai tuoi figli come riconoscere se un adulto ha buone intenzioni o meno, questo articolo illustra un metodo semplice ed efficace.

Di Marcus Wynne
Sono stato deliberatamente in un silenzio stampa per un paio di mesi. Di recente un amico ha portato alla mia attenzione un odioso crimine ai danni di un bambino, perpetrato da una persona conosciuta dalla famiglia.
Quando mi è stato chiesto che cosa puo’ fare un genitore per evitare tutto cio’, ho risposto che possiamo solo fare quello che possiamo fare, il che include insegnare ai nostri figli, anche ai più piccoli, i fondamenti del prestare attenzione alla propria guida interiore, nota anche come “l'intuito”, o a noi fanatici delle neuroscienze, l'elaborazione preconscio o subliminale di spunti di pericolo umani.
Anche i più piccoli posseggono questa capacita’ che e’ una reazione viscerale al pericolo.
Da chiedersi quante tragedie potrebbero essere evitate se i genitori, nell'interesse della correttezza politica o delicatezza sociale, non hanno scoraggiato reazioni viscerali immediate dei loro figli nei confronti di persone, luoghi e situazioni nocive.
I bambini piccoli ed i cani raramente sbagliato le loro reazioni nei confronti delle persone cattive.
(L’articolo qui presente e’ scritto in modo tale da essere di aiuto sia ai bambini che ai genitori).
Diverso tempo fa, ho trascorso un affascinante pomeriggio con John Douglas, uno dei fondatori della Behavioral Science Unit  dell'FBI, il famoso "profiler"  dal romanzo “Il Silenzio degli Innocenti” di Thomas Harris a CSI della TV.
Gli ho chiesto, da genitore a genitore, che cosa era cambiato per lui dopo aver trascorso tanti anni a studiare le menti, i comportamenti, le abitudini e le metodologie di caccia di criminali seriali.
John è un uomo geniale ed intelligente, capace di esprimere una dolcezza sorprendente nel suo comportamento per qualcuno che ha dedicato l’intera vita alla caccia dei più malvagi esseri umani.
Ma nella risposta alla mia domanda non ci fu niente di gentile. Cosi come nella sua espressione e nella voce, quando scattò: "Non ho mai perso di vista i miei figli !"
Bang.
Ma a conti fatti è impossibile tenere i nostri bambini sotto controllo 24 ore su 24, sette giorni su sette.
Soprattutto durante il periodo dell’adolescenza.  E purtroppo in giro ci sono molti predatori che volteggiano intorno ai bambini.
Dunque sia come genitore, che come essere umano di buon cuore, come si fa a insegnare ai bambini a riconoscere e reagire in modo appropriato di fronte al pericolo quando non c'è nessun adulto
o genitore in giro? E' una buona domanda, non è vero?
Sarebbe molto facile rispondere: non perdete mai di vista i propri bambini !!.
Ma qualsiasi genitore che sta leggendo questo articolo sa non si può sempre essere presenti.
E più precisamente, prima o poi quei bambini che amiamo cosi tanto, cresceranno ed usciranno fuori per scoprire il mondo.  Occorre fare in modo che siano pronti per questo passo.
Altrimenti emergeranno da sotto la vostra ala protettiva, senza possedere la capacità di riconoscere e reagire in modo adeguato al pericolo.  Non sarebbe un fallimento grave come genitore ?
Dilemma interessante, vero ?
Ho pensato di condividere in questo articolo alcune tecniche che ho trovato utili per fornire ai bambini di 5-6 anni le competenze di base per riconoscere le cattive intenzioni nel prossimo.
Di certo non posseggo  tutte le risposte, ma queste tecniche, tratte dalle neuroscienze, dalla terapia cognitiva e dalla mia formazione personale, si sono dimostrate utili ai genitori in alcune occasioni di ambienti ad alto rischio.
Sono semplici da insegnare, da utilizzare, implementare e rafforzare. Ed in particolar modo non spaventano i bambini.
Ho usato queste tecniche con bambini di appena 4 anni, anche se 5-6 anni è probabilmente il periodo migliore per introdurre questo set di abilità, tanto più che in quel lasso di tempo c’e’ uno sviluppo in corso legato alla scuola, e la rapida capacita’ di crescita del loro cervello è ottimale per apprendere .
Le tecniche vanno impostate in un ambiente rilassato, informale.
Mi piace pensare di impostare le basi con una frase simile alla seguente:  "Vieni qui a sederti, voglio raccontarti una storia ..."
E’ opportuno non precedere come se si stesse tenendo una conferenza. I loro cervelli non sono pronti per questo. Molto meglio raccontare una storia, fare domande, ottenere risposte semplici.
Di solito inizio con questo: "Pensa a un momento in cui eri davvero, davvero super felice?"
Dopo aver posto la domanda bisogna guardare attentamente le loro facce. Se conoscete i vostri figli, potrete notare un cambiamento che dimostra che stanno ricordando quel momento.
Poi si prosegue con la seguente domanda: "In quale parte del tuo corpo senti questa sensazione di super felicita’ ... puoi mostrarmela ? Metti il dito su di essa ?”
I bambini lo faranno e vi indicheranno una parte del corpo.
Sarà diverso per ogni bambino (probabilmente l’ombelico, o la loro regione del cuore, o forse da qualche parte nel loro volto, la gola). Ma è soggettivo per ogni bambino. Toccate anche voi il punto dove il bambino ha indicato di essere super felice.
Poi ridete un po ' insieme a lui, e fatevi raccontare di quel ricordo felice.
Poi proseguite con un'altra domanda:  "Riesci a pensare ad un momento in cui hai avuto veramente, veramente paura? Mentre guardavi un film/cartone, o in una storia, o qualcuno che hai visto? "
Fate sempre molta attenzione e guardare i loro volti, perché gli state chiedendo di ricordare un avvenimento non piacevole, senza andare troppo lontano nella memoria ... e quando notate un cambiamento sul loro volto, chiedete: "In quale parte del vostro corpo, in questo momento, senti quella sensazione di paura?"
I bambini indicheranno una parte del loro corpo individuandola con il dito. Anche qui e’ soggettiva ma sara’ diversa dalla precedente sensazione di gioia.
Dunque mettere anche voi la mano in quel luogo e dite: "Va bene, ora ricordiamo ancora una volta la sensazione di felicita’!"
Ed i bambini indicheranno con il loro dito il posto in cui hanno percepito la sensazione di felicita’.
Mettete anche voi la vostra mano in quel posto e tenetela li per un po’.
A questo punto, se ad esempio avete insegnato ai vostri figli a non parlare con gli sconosciuti (a meno che mamma o papà dicano che è a posto) , date loro il seguente protocollo addizionale: "Se qualcuno che non conosci viene da te, domandati come ti senti. Senti qualcosa nel tuo posto felice ... oppure nel tuo posto spaventoso ?"
A questo punto scherzate e giocate un po’, con delicatezza. Senza far pesare troppo questi argomenti.
Non ci vuole molto per introdurre questo tipo di schema nella mente dei bambini.
Sono delle procedure che hanno bisogno di interiorizzare, ma lo fanno in maniera semplice e spontanea.
Lo scopo e’ quello di far scaturire una sensazione intuitiva in maniera rapida e tempestiva: "Si tratta di una brava persona o una persona cattiva ?"
Aggiungete infine che se la sensazione immediata e’ spaventosa (rispetto ad una persona o ad un luogo particolare) e’ necessario agire: scappare, urlare per chiedere aiuto, trovare un adulto di fiducia.

I bambini apprendono molto facilmente questi concetti che ogni tanto vanno rinforzati e ricordati, ma li aiutano a sviluppare importanti sensazioni intuitive che potrebbero tornare utili il giorno in cui il lupo arrivera’ e non ci sara’ nessuno con loro.

Active Defence - Scuola Arti Marziali Novara

domenica 21 agosto 2016

Comprendere la Mentalita' da combattimento e il condizionamento mentale
Di Eyal Yanilov e Ole Boe



La mentalità da combattimento si applica a tutti i “conflitti” con cui facciamo esperienza nella vita quotidiana. L’allenamento mentale appropriato vi aiuterà a eseguire meglio a lavoro, a casa o in palestra, così come nel confronto.
È facile essere felici quando si è in salute e si ha successo, ma cosa accade quando si è in difficoltà? Come ci si dovrebbe comportare? Come si dovrebbero trattare delusione, fallimento e sconfitta?
Ogni confronto ha delle componenti mentali e tutti noi ogni giorno e probabilmente svariate volte durante il giorno facciamo esperienza con questi piccoli e stressanti conflitti non fisici– come la suocera che invita la famiglia a cena, il vicino che blocca la nostra auto o il capo che ci trattiene con incarichi del’ultimo minuto. Questo, più le centinaia di piccoli compiti che ci inondano, come e-mail, messaggi, Facebook e telefonate.
Per resistere a qualsiasi tipo di conflitto, avete bisogno di risorse mentali e maneggiare quelle centinaia di piccole missioni richiede di prendere decisioni costanti, concentrazione e suddivisione dell’attenzione. Tutti noi sappiamo che per vincere un combattimento da strada, sopraffare un criminale che invade la nostra casa, essere vittoriosi sul campo di battaglia o soltanto portare a termine una estenuante sessione d’allenamento, abbiamo bisogno di reclutare capacità mentali specifiche come perseveranza, controllo dell’aggressività, determinazione, coraggio e concentrazione. Queste capacità sono in aggiunta alle, o anche la base delle, componenti fisiche e tecniche che si dovrebbero utilizzare per prevalere in ognuna di queste dure prove.

Perciò, nella vita quotidiana del moderno homo sapiens, per voi sarà importante allenare la vostra mente in modo da essere in grado di funzionare al vostro meglio durante un incontro con i vostri impiegati, una riunione di famiglia con i parenti critici o a un appuntamento con il vostro medico che tenterà di istruirvi su come superare un infortunio o una malattia.

Vi siete mai chiesti: “Sto controllando la mia mente o ella controlla me?” probabilmente questa domanda si presenta quando i vostri palmi stanno sudando e il vostro cuore sta pompando prima di una competizione o di un importante incontro d’affari. Come molti di noi, percepite la vostra mente come un toro selvaggio in un rodeo in Texas, che salta e vi trascina dappertutto. Cosa potete fare riguardo questa mente/toro selvaggia?

Semplicemente, e in maniera analoga all’allenamento fisico, avete bisogno di acquisire gli strumenti e la conoscenza non solo per domare questa selvaggia, ma per sfruttarla. Allora, attraverso uno specifico regime d’allenamento mentale, sarete in grado di eseguire molto meglio durante tutte le missioni, lavori e compiti che avete nella vita, così come nei confronti. In fine, raggiungerete un punto in cui sarete in grado di applicare le risorse mentali necessarie senza sforzo, con il migliore auto-controllo possibile e massima attenzione con stress e fatica minimi.




ALLENATEVI IN TUTTE LE DIREZIONI
Nel KMG (Krav Maga Global) parliamo dei quattro pilastri su cui lavoriamo continuamente per migliorare noi stessi e i nostri allievi:
1.        Tecnico
2.        Tattico
3.        Mentale
4.        Fisico
Se uno di questi pilastri non sarà sufficientemente sviluppato, allora l’intera piattaforma che essi supportano crollerà. In ognuno dei quattro pilastri c’è una grande quantità di conoscenza e materiale. Per confronto, pensate alle molte tecniche, principi e metodi d’allenamento che avete in uno sport da combattimento o in un’arte marziale. Quante esercitazioni, esercizi e programmi avete in un metodo per la forma fisica come StrongFirst?
Quando stiamo parlando d’allenamento mentale, non è differente. Per noi c’è tanto da imparare per raggiungere i più alti livelli nelle nostre vite. Il post di questo blog vi darà alcune risposte e vi direzionerà verso le risorse per imparare di più.
LE COMPONENTI
Quando parliamo di sviluppo delle abilità mentali, generalmente ci indirizziamo a sei strategie d’allenamento:
1.        Visualizzazione
2.        Impostazione dell’obiettivo
3.        Dialogo interiore positivo (e cambiamento del monologo interno)
4.        Mentalità da combattimento (coraggio, determinazione, perseveranza, aggressività controllata)
5.        Concentrazione
6.        Rilassamento
Integrando e utilizzando queste sei strategie principali, miriamo a sviluppare fiducia, controllo dell’eccitazione fisica, controllo dell’attenzione (concentrando e spargendo l’attenzione), controllo dell’eccitazione, uso dell’immaginazione o visualizzazione, dedizione, uso del dialogo interno e impegno nello stare in una buona condizione fisica.
Lavorare sulla determinazione e le abilità di prendere decisioni, assieme all’allenamento Krav Maga o agli sport competitivi aiuta in modo definitivo la vostra mente da combattimento. Comunque, c’è molto di più dell’allenamento mentale – specialmente se desideriamo avere successo nella vita, negli affari e nelle relazioni personali.

Al Krav Maga Global, abbiamo progettato una struttura per insegnare sia ai nostri istruttori che agli studenti gli “strumenti del mestiere (mentale)”. Circa vent’anni fa, abbiamo anche iniziato ad allenare dirigenti nel settore aziendale e del governo utilizzando il Krav Maga come un veicolo per capire e trattare lo stress. Abbiamo fatto un altro grande passo alcuni anni fa quando abbiamo sviluppato un Corso Istruttori per gli istruttori KMG e un Corso Specialisti per gli individui di alto livello che non hanno alcuna esperienza nel Krav Maga, ma sono in settori rilevanti. Le persone che insegnano fitness o arti marziali, sono coach aziendali o comandanti e istruttori di unità dell’esercito e delle forze dell’ordine che possono beneficiare immensamente dalla preparazione e dall’allenamento mentale.
Chiamiamo i corsi che abbiamo creato Combat Mindset and Mental Conditioning Instructor and Specialist Courses (dato che amiamo gli acronimi, abbreviato questo è MCIC). Alcuni dei nostri seguaci istruttori KMG si riferiscono al MCIC come ai “giganti che uccidono”, mentre altri lo chiamano il corso del “guardare fisso dentro al muro”, come nel film The Men Who Stare at Goats (L’uomo Che Fissa Le Capre – NdT).

Va bene, così noi fissiamo dentro a un muro, ma solo per un breve periodo di tempo. È una delle esercitazioni di concentrazione nel nostro curriculum e lo scopo di tale tecnica è quello di placare il dialogo interno, il monologo interiore che va avanti dentro la vostra testa, e di aiutare a prendere il controllo di voi stessi con una migliore capacità di concentrarsi.

ALLENARE LA MENTALITÀ DA COMBATTIMENTO

Lavorare sulle vostre abilità di concentrazione è estremamente prezioso. Capirete che cosa è lo stress e otterrete una panoramica delle differenti reazioni allo stress. È utile conoscere come il vostro corpo e la mente reagiscono a diversi problemi e situazioni. Avere una visione chiara delle reazioni fisiche e mentali comuni che una persona sperimenta in una situazione di auto-difesa/combattimento e la sequenza normale (processo) attraverso cui le persone passano come risposta a una situazione di pericolo vi aiuterà molto.
Poi, naturalmente, è necessario imparare metodi pratici ed esercitazioni per accendere e controllare gli alti livelli di aggressività, la determinazione e la persistenza, la concentrazione, il focalizzarsi, la neutralizzazione delle emozioni distruttive, riducendo al minimo lo stress e il dialogo interiore e canalizzando l’attenzione.
Ciò si riduce a questo: se non siete in grado di essere qui e ora e mantenere la vostra attenzione sugli eventi a portata di mano, allora in seguito probabilmente sperimenterete problemi nel vostro allenamento mentale, come pure nelle vostre decisioni e performance. Una volta padroni di essere qui e ora, potete continuare con altri tipi d’allenamento mentale.

IL FOCALIZZARSI E LA CONCENTRAZIONE
Ognuno di noi ha determinate risorse e capacità mentali. Per eseguire una missione, è necessario reclutare il più possibile il maggior numero di queste risorse. Quando si devono svolgere missioni seriali o parallele, le richieste sono ancora più alte. Quando non si dispone di risorse sufficienti, quando i carichi della vita sono più di quelli che si possono facilmente gestire, allora lo stress aumenta.

Allenare la mente non è diverso dall’allenare il corpo. Il corpo cambia grazie all’allenamento fitness – i muscoli crescono, le ossa si rafforzano, la coordinazione migliora, e così via. Gli esercizi di focalizzazione e concentrazione per la mente sono come i Turkish get-up e i chin-up per il corpo. Recenti studi dimostrano che alcune parti del cervello possono effettivamente crescere e addensare con la pratica dell’allenamento mentale e cosa ancora più importante, le vostre capacità e competenze diventano più forti.

Perché facciamo allenamento fisico, come quello che offre StrongFirst in modo così professionale? Lo scopo delle tecniche con cui muoviamo o slanciamo il kettlebell o il bilanciere è solo per poterci far spostare più pesi nelle nostre sessioni d’allenamento? Sicuramente no.

Ci alleniamo per essere più forti nelle nostre missioni quotidiane. Noi non vogliamo fallire nella nostra “missione” di spostare il divano in un altro angolo in salotto o collassare quando cerchiamo di portare la borsa della spesa dalla macchina al frigorifero. Ognuno di noi ha propri obiettivi e priorità in materia d’allenamento fisico.
L’allenamento mentale non è diverso. Praticate diverse esercitazioni al fine di migliorare voi stessi per le missioni nella vita, come ad esempio:
·         Affrontare conflitti, scontri e combattimenti
·         Superare il comune stress quotidiano
·         Soddisfare al meglio le vostre missioni e il vostro lavoro se siete un manager in una società, un membro di una squadra SWAT, o una mamma casalinga (la maggior parte delle mamme affronta più missioni quotidiane di tutti noi!)

IL RILASSAMENTO E IL DISINNESCO DI EMOZIONI DISTRUTTIVE
Paura, ansia, rabbia, frustrazione, risentimento e collera sono solo alcune delle emozioni che sperimentiamo comunemente. Quando abbiamo a che fare con altre persone, ci aspettiamo certi tipi di comportamento verso di noi. Quando il nostro ego è ferito, quando qualcuno ci insulta, o quando qualcuno danneggia o addirittura tocca i nostri effetti personali, le nostre emozioni schizzano fuori dall’interno. A quel punto, ci trasformiamo da Dr. Jekyll a Mr. Hyde.
Molte volte non possiamo controllarci. Ci comportiamo oltraggiosamente verso gli altri, soprattutto verso i nostri cari, e quando ci raffreddiamo, siamo dispiaciuti delle nostre azioni. Nel riflettere sul nostro comportamento in quei momenti, possiamo riconoscere una specie di comportamento animale e non umano. Sì, a volte abbiamo bisogno di essere aggressivi, combattere, e forse anche distruggere i nostri nemici. Sappiamo che se scarichiamo un proiettile dalla nostra pistola, colpendo un nemico in tempo di guerra o mentre combattiamo un terrorista, otterremo una medaglia. Se noi scarichiamo la stessa pistola in un club locale o una scuola, ci troveremo di fronte a un proiettile o a un giudice e una giuria.
Dovete prendere la decisione giusta in condizioni di stress. Come si fa a raggiungere questo livello? Gli unici componenti magici sono: acquisite le conoscenze dal miglior insegnante nella vostra zona e praticate le esercitazioni da soli o con il miglior partner che potete trovare.
Uno degli esercizi che facciamo con i manager del mondo d’impresa, gli atleti agonisti e i commando militari è cambiare i loro monologhi interni – il loro dialogo interiore. Di solito le persone sono inclini a frasi distruttive e descrizioni dei fallimenti futuri come, “morirò”, “mi farò male”, “non posso farcela”, “il capo mi licenzierà” e così via. Questo dialogo interno vi sta angosciando e comunemente conduce alla sconfitta e a battute d’arresto. Il nostro semplice esercizio sta per prima cosa nel cambiare questo monologo interiore e quindi ridurlo interamente al minimo. Inizialmente, è necessario sostituire il dialogo interno negativo parlando a se stessi con espressioni incoraggianti, complimenti e frasi d’ispirazione. Poi, utilizzando le esercitazioni del focalizzare e di respirazione, si è in grado di minimizzare del tutto il dialogo interno.
Ecco un esercizio per calmare la mente integrato con il rilassamento del corpo. Dovreste concentrarvi su ogni parte del corpo, di solito a partire dai piedi e lavorare verso la testa. Contraete e poi rilassate ogni area – un’area può essere il piede, il viso, il palmo e l’avambraccio, tutta la gamba, o anche l’intera parte superiore del corpo e il collo. Inalate, smettere di respirare, contraete i muscoli di quella zona per un paio di secondi e quindi rilassate quella zona ed espirate. Progredite dai piedi verso la testa, inizialmente lavorate su piccole parti, dopo su parti più grandi, man mano che guadagnate esperienza. Alla fine, con l’allenamento, sarete in grado di contrarre e rilassare rapidamente solo i pugni e i palmi per raggiungere uno stato completamente rilassato della mente.




Eyal Yanilov ha insegnato e allenato il Krav Maga per oltre quarant’anni, Eyal ha servito come assistente più fedele e braccio destro del fondatore del Krav Maga Imi Sde-Or (Lichtenfeld) per circa vent’anni. È l’unica persona al mondo che detiene sia il più alto grado dato da Imi che il “Founder Diploma of Excellence”. Dal 1984, Eyal ha sviluppato e trasformato il Krav Maga in un sistema tecnico e tattico integrato e preparato il curriculum moderno del Krav Maga. Eyal è stato la forza trainante dietro la diffusione del Krav Maga nel mondo e Istruttore Capo e Presidente del KMG (Krav Maga Global), la principale organizzazione di KM, attiva in oltre sessanta paesi. Eyal ha insegnato ai civili dal 1975 e ha preparato istruttori dal 1980. Dal 1985, ha educato militari, forze dell’ordine, ufficiali dell’anti-terrorismo, sotto copertura e delle Forze Speciali, combattenti e istruttori in Israele e in tutto il mondo. Eyal ha una laurea in Ingegneria Elettrica.

Ole Boe, Ph.D., è il responsabile del concetto di gestione dello stress per la Norwegian Military Academy, che prepara gli agenti sia fisicamente che mentalmente. Ole tiene un Dottorato di Ricerca in psicologia cognitiva. È diventato un istruttore di Krav Maga sotto Eyal Yanilov nel 1998. Attualmente è un Esperto di Livello 3 e membro dell’ International Team del KMG, Ole ha servito come ufficiale operativo per molti anni in una unità speciale militare dirigendo la protezione di VIP, la liberazione di ostaggi e l’addestramento al combattimento corpo a corpo. Ole ha servito come istruttore nel combattimento corpo a corpo per la polizia e le unità speciali militari in diversi paesi e ha servito in diverse operazioni internazionali in tutto il mondo che vanno dal Congo alla Cambogia. Dal 2003, ha lavorato presso la Norwegian Military Academy dove insegna leadership e sviluppo della leadership per ufficiali dell’esercito. Il suo grado militare è maggiore.