Regole comportamentali basate sull’istinto.
Insegna ai tuoi figli come riconoscere se
un adulto ha buone intenzioni o meno, questo articolo illustra un metodo
semplice ed efficace.
Di Marcus Wynne
Sono stato deliberatamente in un silenzio
stampa per un paio di mesi. Di recente un amico ha portato alla mia attenzione
un odioso crimine ai danni di un bambino, perpetrato da una persona conosciuta dalla
famiglia.
Quando mi è stato chiesto che cosa puo’
fare un genitore per evitare tutto cio’, ho risposto che possiamo solo fare
quello che possiamo fare, il che include insegnare ai nostri figli, anche ai
più piccoli, i fondamenti del prestare attenzione alla propria guida interiore,
nota anche come “l'intuito”, o a noi fanatici delle neuroscienze, l'elaborazione
preconscio o subliminale di spunti di pericolo umani.
Anche i più piccoli posseggono questa
capacita’ che e’ una reazione viscerale al pericolo.
Da chiedersi quante tragedie potrebbero
essere evitate se i genitori, nell'interesse della correttezza politica o
delicatezza sociale, non hanno scoraggiato reazioni viscerali immediate dei
loro figli nei confronti di persone, luoghi e situazioni nocive.
I bambini piccoli ed i cani raramente
sbagliato le loro reazioni nei confronti delle persone cattive.
(L’articolo qui presente e’ scritto in modo
tale da essere di aiuto sia ai bambini che ai genitori).
Diverso tempo fa, ho trascorso un
affascinante pomeriggio con John Douglas, uno dei fondatori della Behavioral
Science Unit dell'FBI, il famoso
"profiler" dal romanzo “Il Silenzio
degli Innocenti” di Thomas Harris a CSI della TV.
Gli ho chiesto, da genitore a genitore, che
cosa era cambiato per lui dopo aver trascorso tanti anni a studiare le menti, i
comportamenti, le abitudini e le metodologie di caccia di criminali seriali.
John è un uomo geniale ed intelligente, capace
di esprimere una dolcezza sorprendente nel suo comportamento per qualcuno che
ha dedicato l’intera vita alla caccia dei più malvagi esseri umani.
Ma nella risposta alla mia domanda non ci
fu niente di gentile. Cosi come nella sua espressione e nella voce, quando
scattò: "Non ho mai perso di vista i miei figli !"
Bang.
Ma a conti fatti è impossibile tenere i
nostri bambini sotto controllo 24 ore su 24, sette giorni su sette.
Soprattutto durante il periodo
dell’adolescenza. E purtroppo in giro ci
sono molti predatori che volteggiano intorno ai bambini.
Dunque sia come genitore, che come essere
umano di buon cuore, come si fa a insegnare ai bambini a riconoscere e reagire
in modo appropriato di fronte al pericolo quando non c'è nessun adulto
o genitore in giro? E' una buona domanda,
non è vero?
Sarebbe molto facile rispondere: non perdete
mai di vista i propri bambini !!.
Ma qualsiasi genitore che sta leggendo
questo articolo sa non si può sempre essere presenti.
E più precisamente, prima o poi quei
bambini che amiamo cosi tanto, cresceranno ed usciranno fuori per scoprire il
mondo. Occorre fare in modo che siano
pronti per questo passo.
Altrimenti emergeranno da sotto la vostra
ala protettiva, senza possedere la capacità di riconoscere e reagire in modo
adeguato al pericolo. Non sarebbe un
fallimento grave come genitore ?
Dilemma interessante, vero ?
Ho pensato di condividere in questo
articolo alcune tecniche che ho trovato utili per fornire ai bambini di 5-6 anni
le competenze di base per riconoscere le cattive intenzioni nel prossimo.
Di certo non posseggo tutte le risposte, ma queste tecniche, tratte
dalle neuroscienze, dalla terapia cognitiva e dalla mia formazione personale, si
sono dimostrate utili ai genitori in alcune occasioni di ambienti ad alto
rischio.
Sono semplici da insegnare, da utilizzare,
implementare e rafforzare. Ed in particolar modo non spaventano i bambini.
Ho usato queste tecniche con bambini di
appena 4 anni, anche se 5-6 anni è probabilmente il periodo migliore per
introdurre questo set di abilità, tanto più che in quel lasso di tempo c’e’ uno
sviluppo in corso legato alla scuola, e la rapida capacita’ di crescita del loro
cervello è ottimale per apprendere .
Le tecniche vanno impostate in un ambiente
rilassato, informale.
Mi piace pensare di impostare le basi con
una frase simile alla seguente:
"Vieni qui a sederti, voglio raccontarti una storia ..."
E’ opportuno non precedere come se si
stesse tenendo una conferenza. I loro cervelli non sono pronti per questo. Molto
meglio raccontare una storia, fare domande, ottenere risposte semplici.
Di solito inizio con questo: "Pensa a
un momento in cui eri davvero, davvero super felice?"
Dopo aver posto la domanda bisogna guardare
attentamente le loro facce. Se conoscete i vostri figli, potrete notare un
cambiamento che dimostra che stanno ricordando quel momento.
Poi si prosegue con la seguente domanda:
"In quale parte del tuo corpo senti questa sensazione di super felicita’
... puoi mostrarmela ? Metti il dito su di essa ?”
I bambini lo faranno e vi indicheranno una
parte del corpo.
Sarà diverso per ogni bambino
(probabilmente l’ombelico, o la loro regione del cuore, o forse da qualche
parte nel loro volto, la gola). Ma è soggettivo per ogni bambino. Toccate anche
voi il punto dove il bambino ha indicato di essere super felice.
Poi ridete un po ' insieme a lui, e fatevi
raccontare di quel ricordo felice.
Poi proseguite con un'altra domanda: "Riesci a pensare ad un momento in cui hai
avuto veramente, veramente paura? Mentre guardavi un film/cartone, o in una
storia, o qualcuno che hai visto? "
Fate sempre molta attenzione e guardare i
loro volti, perché gli state chiedendo di ricordare un avvenimento non
piacevole, senza andare troppo lontano nella memoria ... e quando notate un
cambiamento sul loro volto, chiedete: "In quale parte del vostro corpo, in
questo momento, senti quella sensazione di paura?"
I bambini indicheranno una parte del loro
corpo individuandola con il dito. Anche qui e’ soggettiva ma sara’ diversa
dalla precedente sensazione di gioia.
Dunque mettere anche voi la mano in quel
luogo e dite: "Va bene, ora ricordiamo ancora una volta la sensazione di
felicita’!"
Ed i bambini indicheranno con il loro dito il
posto in cui hanno percepito la sensazione di felicita’.
Mettete anche voi la vostra mano in quel
posto e tenetela li per un po’.
A questo punto, se ad esempio avete
insegnato ai vostri figli a non parlare con gli sconosciuti (a meno che mamma o
papà dicano che è a posto) , date loro il seguente protocollo addizionale:
"Se qualcuno che non conosci viene da te, domandati come ti senti. Senti
qualcosa nel tuo posto felice ... oppure nel tuo posto spaventoso ?"
A questo punto scherzate e giocate un po’, con
delicatezza. Senza far pesare troppo questi argomenti.
Non ci vuole molto per introdurre questo
tipo di schema nella mente dei bambini.
Sono delle procedure che hanno bisogno di
interiorizzare, ma lo fanno in maniera semplice e spontanea.
Lo scopo e’ quello di far scaturire una
sensazione intuitiva in maniera rapida e tempestiva: "Si tratta di una
brava persona o una persona cattiva ?"
Aggiungete infine che se la sensazione
immediata e’ spaventosa (rispetto ad una persona o ad un luogo particolare) e’
necessario agire: scappare, urlare per chiedere aiuto, trovare un adulto di
fiducia.
I bambini apprendono molto facilmente
questi concetti che ogni tanto vanno rinforzati e ricordati, ma li aiutano a
sviluppare importanti sensazioni intuitive che potrebbero tornare utili il
giorno in cui il lupo arrivera’ e non ci sara’ nessuno con loro.
Active Defence - Scuola Arti Marziali Novara