venerdì 2 settembre 2016

Regole comportamentali basate sull’istinto.
Insegna ai tuoi figli come riconoscere se un adulto ha buone intenzioni o meno, questo articolo illustra un metodo semplice ed efficace.

Di Marcus Wynne
Sono stato deliberatamente in un silenzio stampa per un paio di mesi. Di recente un amico ha portato alla mia attenzione un odioso crimine ai danni di un bambino, perpetrato da una persona conosciuta dalla famiglia.
Quando mi è stato chiesto che cosa puo’ fare un genitore per evitare tutto cio’, ho risposto che possiamo solo fare quello che possiamo fare, il che include insegnare ai nostri figli, anche ai più piccoli, i fondamenti del prestare attenzione alla propria guida interiore, nota anche come “l'intuito”, o a noi fanatici delle neuroscienze, l'elaborazione preconscio o subliminale di spunti di pericolo umani.
Anche i più piccoli posseggono questa capacita’ che e’ una reazione viscerale al pericolo.
Da chiedersi quante tragedie potrebbero essere evitate se i genitori, nell'interesse della correttezza politica o delicatezza sociale, non hanno scoraggiato reazioni viscerali immediate dei loro figli nei confronti di persone, luoghi e situazioni nocive.
I bambini piccoli ed i cani raramente sbagliato le loro reazioni nei confronti delle persone cattive.
(L’articolo qui presente e’ scritto in modo tale da essere di aiuto sia ai bambini che ai genitori).
Diverso tempo fa, ho trascorso un affascinante pomeriggio con John Douglas, uno dei fondatori della Behavioral Science Unit  dell'FBI, il famoso "profiler"  dal romanzo “Il Silenzio degli Innocenti” di Thomas Harris a CSI della TV.
Gli ho chiesto, da genitore a genitore, che cosa era cambiato per lui dopo aver trascorso tanti anni a studiare le menti, i comportamenti, le abitudini e le metodologie di caccia di criminali seriali.
John è un uomo geniale ed intelligente, capace di esprimere una dolcezza sorprendente nel suo comportamento per qualcuno che ha dedicato l’intera vita alla caccia dei più malvagi esseri umani.
Ma nella risposta alla mia domanda non ci fu niente di gentile. Cosi come nella sua espressione e nella voce, quando scattò: "Non ho mai perso di vista i miei figli !"
Bang.
Ma a conti fatti è impossibile tenere i nostri bambini sotto controllo 24 ore su 24, sette giorni su sette.
Soprattutto durante il periodo dell’adolescenza.  E purtroppo in giro ci sono molti predatori che volteggiano intorno ai bambini.
Dunque sia come genitore, che come essere umano di buon cuore, come si fa a insegnare ai bambini a riconoscere e reagire in modo appropriato di fronte al pericolo quando non c'è nessun adulto
o genitore in giro? E' una buona domanda, non è vero?
Sarebbe molto facile rispondere: non perdete mai di vista i propri bambini !!.
Ma qualsiasi genitore che sta leggendo questo articolo sa non si può sempre essere presenti.
E più precisamente, prima o poi quei bambini che amiamo cosi tanto, cresceranno ed usciranno fuori per scoprire il mondo.  Occorre fare in modo che siano pronti per questo passo.
Altrimenti emergeranno da sotto la vostra ala protettiva, senza possedere la capacità di riconoscere e reagire in modo adeguato al pericolo.  Non sarebbe un fallimento grave come genitore ?
Dilemma interessante, vero ?
Ho pensato di condividere in questo articolo alcune tecniche che ho trovato utili per fornire ai bambini di 5-6 anni le competenze di base per riconoscere le cattive intenzioni nel prossimo.
Di certo non posseggo  tutte le risposte, ma queste tecniche, tratte dalle neuroscienze, dalla terapia cognitiva e dalla mia formazione personale, si sono dimostrate utili ai genitori in alcune occasioni di ambienti ad alto rischio.
Sono semplici da insegnare, da utilizzare, implementare e rafforzare. Ed in particolar modo non spaventano i bambini.
Ho usato queste tecniche con bambini di appena 4 anni, anche se 5-6 anni è probabilmente il periodo migliore per introdurre questo set di abilità, tanto più che in quel lasso di tempo c’e’ uno sviluppo in corso legato alla scuola, e la rapida capacita’ di crescita del loro cervello è ottimale per apprendere .
Le tecniche vanno impostate in un ambiente rilassato, informale.
Mi piace pensare di impostare le basi con una frase simile alla seguente:  "Vieni qui a sederti, voglio raccontarti una storia ..."
E’ opportuno non precedere come se si stesse tenendo una conferenza. I loro cervelli non sono pronti per questo. Molto meglio raccontare una storia, fare domande, ottenere risposte semplici.
Di solito inizio con questo: "Pensa a un momento in cui eri davvero, davvero super felice?"
Dopo aver posto la domanda bisogna guardare attentamente le loro facce. Se conoscete i vostri figli, potrete notare un cambiamento che dimostra che stanno ricordando quel momento.
Poi si prosegue con la seguente domanda: "In quale parte del tuo corpo senti questa sensazione di super felicita’ ... puoi mostrarmela ? Metti il dito su di essa ?”
I bambini lo faranno e vi indicheranno una parte del corpo.
Sarà diverso per ogni bambino (probabilmente l’ombelico, o la loro regione del cuore, o forse da qualche parte nel loro volto, la gola). Ma è soggettivo per ogni bambino. Toccate anche voi il punto dove il bambino ha indicato di essere super felice.
Poi ridete un po ' insieme a lui, e fatevi raccontare di quel ricordo felice.
Poi proseguite con un'altra domanda:  "Riesci a pensare ad un momento in cui hai avuto veramente, veramente paura? Mentre guardavi un film/cartone, o in una storia, o qualcuno che hai visto? "
Fate sempre molta attenzione e guardare i loro volti, perché gli state chiedendo di ricordare un avvenimento non piacevole, senza andare troppo lontano nella memoria ... e quando notate un cambiamento sul loro volto, chiedete: "In quale parte del vostro corpo, in questo momento, senti quella sensazione di paura?"
I bambini indicheranno una parte del loro corpo individuandola con il dito. Anche qui e’ soggettiva ma sara’ diversa dalla precedente sensazione di gioia.
Dunque mettere anche voi la mano in quel luogo e dite: "Va bene, ora ricordiamo ancora una volta la sensazione di felicita’!"
Ed i bambini indicheranno con il loro dito il posto in cui hanno percepito la sensazione di felicita’.
Mettete anche voi la vostra mano in quel posto e tenetela li per un po’.
A questo punto, se ad esempio avete insegnato ai vostri figli a non parlare con gli sconosciuti (a meno che mamma o papà dicano che è a posto) , date loro il seguente protocollo addizionale: "Se qualcuno che non conosci viene da te, domandati come ti senti. Senti qualcosa nel tuo posto felice ... oppure nel tuo posto spaventoso ?"
A questo punto scherzate e giocate un po’, con delicatezza. Senza far pesare troppo questi argomenti.
Non ci vuole molto per introdurre questo tipo di schema nella mente dei bambini.
Sono delle procedure che hanno bisogno di interiorizzare, ma lo fanno in maniera semplice e spontanea.
Lo scopo e’ quello di far scaturire una sensazione intuitiva in maniera rapida e tempestiva: "Si tratta di una brava persona o una persona cattiva ?"
Aggiungete infine che se la sensazione immediata e’ spaventosa (rispetto ad una persona o ad un luogo particolare) e’ necessario agire: scappare, urlare per chiedere aiuto, trovare un adulto di fiducia.

I bambini apprendono molto facilmente questi concetti che ogni tanto vanno rinforzati e ricordati, ma li aiutano a sviluppare importanti sensazioni intuitive che potrebbero tornare utili il giorno in cui il lupo arrivera’ e non ci sara’ nessuno con loro.

Active Defence - Scuola Arti Marziali Novara

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