venerdì 15 giugno 2018


Come avviene realmente un'aggressione ?
Testimonianza diretta di una donna che ha subito un aggressione.

Lo scorso anno una mia allieva, nonche’ collega di lavoro ha subito un aggressione a Milano mentre stava tornando a casa. E’ stata colpita alle spalle con un pugno alla nuca da un malvivente che ha poi cercato di strapparle la borsetta. Ne e’ nata una accesa colluttazione perche’ lei ha opposto una strenua resistenza. La vicenda si e’ conclusa fortunatamente senza gravi conseguenze. Lividi, escoriazioni, dolori e qualche giorno di ospedale. L’aggressore e’ stato acciuffato e la borsa (contenente sopratutto documenti sensibili) e’ stata recuperata. A distanza di un anno, a mente fredda, ho avuto modo di parlare ancora con la mia collega dell’accaduto. Le ho fatto qualche domanda e lei gentilmente ha deciso di rispondere. Spero che questo piccolo contributo serva a farvi riflettere. L’intento e’ semplicemente rendere coscienti. Ognuna di voi tragga poi le proprie conclusioni, perche’ avrebbe potuto accadere a chiunque.

1)    Quando sei stata aggredita hai avuto una sensazione premonitrice che qualcosa non andava ? Mi spiego meglio, i tuoi sensori di allarme ti stavano mandando dei segnali di pericolo oppure no ? NO

2)    Eri solita passare per quella strada ? Se si quanto spesso. Non passo spesso da questa strada

3)    Ritenevi quella strada una zona pericolosa ? se si perche ‘? NO

4)    Hai notato che eri da sola e non c’erano altre persone ? NO

5)    Con il senno di poi, avresti rifatto quella strada oppure no ? Si la faccio tutt’ora in caso di comodità ( anche se solo di giorno) ma sempre con il pensiero e ricordo di quanto e' successo

6)    L’aggressione e’ avvenuta all’improvviso, senza che te lo aspettassi, qual’e’ stata la prima cosa che hai pensato ? (tipo cosa sta accadendo) L’aggressione e’ avvenuta all’improvviso. Ho pensato che stessi sognando per un'attimo, e un altro pensiero che mi e' venuto in mente era di vivere in una scena di un film.

7)    Il dolore ti ha impedito di reagire ? No assolutamente. Anzi!


8)    Quando hai realizzato di essere stata aggredita ? credo dopo 30 secondi

9)    Il tuo primo istinto di sopravvivenza cosa ti ha fatto fare ? (esempio, cadere e proteggerti) Combattere e proteggere i miei documenti e la mia borsa, non tanto me stessa. 

10) Durante l’aggressione hai gridato ? Si, ho gridato fortissimo con tutta la mia forza

11) Come reagiva il tuo corpo sotto stress, sei riuscita a difenderti ? Si, mi difendevo senza pensare alle conseguenze e sentivo che mi usciva una forza immensa da dentro di me. Quasi come una super woman. 😊

12) Avresti voluto avere un arma con te in quel momento ? se si quale ? NO!

13) Hai avuto aiuto da qualcuno durante l’aggressione ? NO

14) Come si sono comportate le altre persone dopo l’aggressione ? Le persone sono arrivate dopo che l’aggressore se ne andato via. Avevano paura. Dopo hanno cercato di aiutarmi. Mi sono sentita sola durante l’aggressione e ho capito che dovevo cavarmela da sola a difendermi con tutte le mie forze.

15) Ritieni che l’operato delle forze dell’ordine sia stato soddisfacente ? NO, nel senso che non c’erano al momento dell’aggressione. Dopo sono stati gentili invece e hanno cercato di sostenermi ed hanno cercato di prendere l’aggressore.

16) Le nozioni di Krav Maga ti sono servite a qualcosa ? credo di si

17) Ti saresti comportata allo stesso modo a distanza di tempo ? direi di si

18) Vuoi dare un consiglio alle altre donne che potrebbero subire un aggressione simile alla tua ? Come poterla evitare o come comportarsi. A sangue freddo direi che sarebbe opportuno dare tutto all’aggressore per evitare che ti faccia del male. Nel momento in cui vieni aggredito pero' e' difficile non reagire.


venerdì 8 giugno 2018


Come allenarsi sotto stress ?
E’ possibile ricreare lo stress subito durante un aggressione e allenarsi per reagire nella maniera piu’ efficace ?


  
L’addestramento realistico e costante e’ fondamentale nella difesa personale ma e’ difficile da ricreare e sicuramente non alla portata di tutti.

Le aggressioni che avvengono per strada sono violente, feroci e repentine, per cui chi le studia e le ripropone deve essere veramente bravo. Di contro chi le subisce puo’ rimanere sconcertato ed intimorito ed abbandonare il corso o allontanarsi dalla difesa personale.
L’approccio deve essere ovviamente graduale e controllato, e questo dipende al 100% dalle capacita’ dell’istruttore di “saper gestire la situazione”.

Quello che solitamente viene fatto e’ introdurre diversi fattori di stress che possono essere di differente natura:

- Esercizi sotto una qualche forma di "pressione", come per esempio il tempo e/o  avendo prima generato uno stato di affaticamento che aumenti il ritmo cardiaco e inneschi genericamente affanno

-Esercizi che favoriscono il disorientamento momentaneo come diverse rotazioni su se stessi

-Esercizi con affaticamento muscolare sotto handicap, ovvero con un braccio dietro la schiena, bendati, ecc...

-Esercizi fisici in ambienti angusti non confortevoli come in uno stanzino, con le spalle a muro, chiusi in un angolo.

E via di questo passo.

Una volta ricreato il fattore stress bisogna lavorare sulla reazione in modo tale che sia immediata ed efficace. Allo stesso tempo deve essere qualcosa di istintivo che non richieda chissa’ quali doti tecniche perche’ certamente le nostre prestazioni subiranno una drastica riduzione sotto stress.
Detto cio’ per ovviare ad una situazione di stress che ci blocchi o ci impedisca una reazione, le regole base sono fondamentalmente due:

1)   si puo ovviare parzialmente all’incapacita’ di reagire sotto stress attraverso il condizionamento psicologico, la preparazione di tecniche e piani di contingenza che delineino preventivamente le risposte di fronte alle varie situazioni di pericolo. Quello che occorre interiorizzare sono principalmente le modalita’ di reazione, le priorita’ ed i concetti.

2)   Non serve essere campioni di mondiali di discipline da combattimento o possedere chissa’ quali doti tecniche. Per carita’ se rientriamo in questo profilo meglio ancora. Cio’ che pero’ importa davvero e’ piena padronanza delle basi e la confortante consapevolezza di sapere cosa fare in quella particolare situazione.

Non si nuota, se prima non si impara a stare a galla.
Sotto stress tendiamo a reagire di riflesso, ma e’ fondamentale ricordarsi come stare a galla prima di ogni altra cosa.

lunedì 4 giugno 2018


Cosa accade durante un evento traumatico ?
Siamo vittima di un aggressione, sotto attacco verbale e fisico. Quali sono le reazioni del corpo umano ?
Tratto da articolo di Vittorio Balzi - Armi Magazine



Il flusso degli ormoni dello stress fa crescere forza e resistenza fisica, ma porta anche a una diminuzione della destrezza e dell'abilita con riflesso a carico
dei movimenti piu’ fini.
Come se non bastasse, a incrementare le criticita’ possono intervenire una pluralita’ di distorsioni percettive e sensoriali anch’esse tipiche degli stati di massima attivazione da paura.


• esclusione uditiva;
• tunnel vision;
• sensazione di pilota automatico;
• tachipsichia;
• aumentata nitidezza visiva e rilevazione dei particolari insignificanti
• perdita di memoria per alcune parti dell’evento
• perdita di memoria per alcune delle proprie azioni
• dissociaziane, distacco;
• pensieri invadenti non attinenti
• distorsione mnemonica che porta a ricordare cose non accadute
• suoni amplificati;
• percezione del tempo accellerato
• paralisi temporanea.

-         L’esclusione uditiva porta la mente, concentrata sulla minaccia, a escludere tutte le altre informazioni non inerenti, o apparentemente tali, allo stimolo minaccioso
-         la tunnel vision (visione a tunnel o visione tubolare)  esclude una parte del campo visivo periferico e fa apparire gli oggetti piu’ grandi e piu’ ravvicinati di quanto non lo siano realmente, anticipando la sensazione di pericolo imminente.
-         La tachipsichia (o velocizzazione della mente) puo’ alterare la percezione temporale degli eventi, come se avvenissero al rallentatore, determinando una frammentazione del ricordo e facilitando sensazioni di euforia, momentanea paralisi motoria e perdita dell’equilibrio.
Il soggetto puo’ vivere uno stato psicologico dissociativo e avere l’impressione di osservare se stesso dall’esterno come se si trattasse di un altro, mentre una pervasiva sensazione di pilota automatico lo fa sentire totalmente trasportato dall’azione senza potervisi opporre. Queste aberrazioni percettive possono variare notevolmente da individuo a individuo, determinando una grande variabilita’ di risposta e di preparazione alla reazione.
La loro combinazione con altri fattori personologici e di integrita’ psicofisica, puo’ fare la differenza non solo sulla capacita’ tattica, di gestire la minaccia e la crisi durante l’incontro violento, ma sopratutto sulle possibilita’ di determinarne l’esito e di limitare le conseguenze del trauma post conflittuale che rientra nel piu’ ampio campo dello stress post traumatico.